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L’economia circolare e il business del riciclo dei dispositivi elettronici sta sicuramente conoscendo un enorme sviluppo negli ultimi anni, grazie allo sviluppo delle nuove tecnologie che permettono davvero di concedere una seconda vita a moltissimi prodotti e macchinari che fino a pochi anni fa sarebbero diventati inevitabilmente dei rottami da smaltire.
Con un impatto importante non solo per la tutela dell’ambiente ma anche per creare business e guadagni alle aziende che si sono lanciate in questa ambiziosa quanto interessante scommessa. Fra le startup più interessanti nate negli ultimi anni, troviamo Remodule, che punta a dare una nuova vita alle batterie per auto esauste.
Remodule: come nasce la start up e come funziona il modello di business
L’azienda è molto giovane ed è tutta italiana. I fondatori e collaboratori sono tutti under 25. L’idea è diventata concreta nel 2019 a Modena, grazie a Michele Franceschetti (CEO), Marco Mostarda e Luca Dallara, Antonio Andreacchio, Mattia Stighezza e Lorenzo Tapini.
La mission di Remodule è chiara: recuperare profitto e dare una nuova possibilità di mercato alle batterie dismesse delle auto elettriche, che sono il cuore pulsante di queste vetture che, come noto, nei prossimi anni diventeranno sempre più presenti sul mercato delle automobili.
Come spiegano i giovani imprenditori, la loro visione è andata verso il medio e lungo termine, cercando di trovare una soluzione per un problema che attualmente può sembrare ancora relativamente poco diffuso, ma che con l’aumento sensibile delle vetture elettriche immatricolate diventerà sicuramente importante. Le batterie delle full electricIl full electric è un sistema che utilizza l'energia elettrica per alimentare tutti i componenti del veicolo. Questo significa che non è più necessario usare il motore a combustione interna... Leggi, infatti, attualmente sono fondamentalmente destinate allo smaltimento, ma grazie al sistema ideato da Remodule è invece possibile recuperare parti e celle di questi accumulatori per un utilizzo dei dispositivi stessi differente rispetto a quello per cui sono nate. Una volta testate e certificate, queste batterie saranno rivendute ai clienti della start up per l’accumulo stazionario, offrendo un prodotto di qualità, sicuro e a prezzi concorrenziali.
Remodule: i riconoscimenti ed i prossimi obiettivi
Il progetto è nato all’interno dell’università degli studi di Modena e Reggio Emilia, dove i suoi fondatori si sono laureati: nel 2019 si aggiudica il premio Mobilità 2019 promosso dall’Agenzia per l’Energia e lo Sviluppo Sostenibile, nel 2020 partecipa invece al Premio Gaetano Marzotto 2031, dove si aggiudica il premio speciale di Repower per l’Innovazione. Importanti riconoscimenti che permetteranno all’azienda di svilupparsi, ottimizzare i sistemi di controllo e riciclo aumentando di conseguenza l’appeal sul mercato.