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È ancora in corso a Sharm el Sheik, in Egitto, la COP27, ovvero la conferenza internazionale dell’ONU sui cambiamenti climatici. Un tema che, per ovvi motivi, è molto attuale ed anzi mai come in questi ultimi anni è diventato centrale nelle agende politiche dei grandi della Terra, vista la situazione del clima con il surriscaldamento globale che ormai mostra in maniera incisiva e costante costantemente i suoi effetti anche alle nostre latitudini: basta infatti pensare alle lunghe estati calde con temperature record, le stagioni quasi del tutto prive di precipitazioni (comprese quelle autunnale ed invernali), e i fenomeni estremi come uragani e tempeste a cui possiamo assistere non solo alle latitudini tropicali, ma anche in piena fascia mediterranea.
Se dunque il tema principale della COP27 è quello dei cambiamenti climatici, è ovviamente strettamente collegato e di grande importanza per le varie giornate di lavori, anche quello delle fonti ed energie rinnovabili, una delle principali soluzioni per tentare almeno in parte di arginare il surriscaldamento globale.
COP27: obiettivo + 1,5 gradi e il rapporto IRENA sulle energie rinnovabili
Per arrivare all’obiettivo stabilito dalla COP27 di riuscire a contenere ad 1,5 gradi l’aumento della temperatura media terrestre per la fine del secolo, occorre potenziare di molto l’impegno di tutti i Paesi ( e soprattutto di quelli più poveri) per aumentare la produzione globale di energia da fonti rinnovabili. È quanto emerge dal rapporto Irena (International Renewable Energy Agency), “Renewable energy targets in 2022″ che verifica lo stato di attuazione degli impegni presi per quanto riguarda lo sviluppo di energie sostenibili e pulite, che non hanno impatto negativo sul clima globale.
E i dati sono preoccupanti se si pensa che i Paesi puntano a raggiungere entro il 2030 5,4 TW di capacità installata di fonti rinnovabili, un valore che rappresenta la metà di quanto servirebbe per quella data, per riuscire a contenere a + 1,5 gradi l’aumento della temperatura terreste che secondo gli scienziati è ormai il minimo obiettivo da poter raggiungere, per un processo di surriscaldamento che di fatto è già diventato irreversibile. I Paesi della COP dovrebbero quindi, teoricamente, aumentare di 2,3 TW la capacità di energia rinnovabileLe fonti di energia rinnovabile sono tutti quei tipi di energia che si ricavano da risorse naturali che si rigenerano nel tempo. Ciò significa che queste fonti non inquinano l'ambiente... Leggi, pari a 259 GWIl gigawatt (GW) è una unità di misura della potenza che viene utilizzata per quantificare la potenza prodotta o consumata da un sistema elettrico. POTREBBE INTERESSARTI ANCHE • Cos'è e... Leggi medi all’anno di incremento.
Obiettivi possibili? Negli ultimi due anni si è raggiunto l’obiettivo di 261 GW annui, nonostante la pandemia che paradossalmente ha per un breve periodo ridotto le emissioni ma rallentato i processi industriali verso la sostenibilità. Ma occorre dunque uno sforzo in più che non tutti i Paesi potranno garantire, e per questo nel rapporto IRENA si chiede di investire ed intervenire in modo significativo soprattutto nelle realtà mondiali più arretrate dove anche la cultura della sostenibilità è ancora minoritaria e considerata secondaria fra le priorità delle agende di governo.
COP27: gli impegni sottoscritti per finanziare quattro fondi europei per le rinnovabili
Buone notizie arrivano dall’Europa che durante la COP con il Fei Fondi europei per gli investimenti, ha sottoscritto un accordo che sosterrà quattro fondi per la transizione ecologicaPer approfondire leggi "Transizione ecologica: che cos’è, obiettivi e perché è importante". Leggi: il fondo Eiffel per le infrastrutture di transizione, francese, per infrastrutture per energie rinnovabili in Europa; il fondo olandese PureTerra Ventures riceverà 30 milioni di euro dal FEI con il sostegno del programma InvestEU e del fondo per il futuro dei Paesi Bassi.
Si occupa di ricerca a tutti i livelli per la tutela, utilizzo e recupero dell‘acqua. Altri investimenti anche sul Fondo Suma Capital Impact III sulla transizione ecologica ad ampio raggio: dall’economia circolare alle fonti rinnovabili e infine 28 milioni di euro in favore del Fondo blu per la crescita I, un fondo di private equity incentrato sull’economia blu, attività economiche sostenibili connesse agli oceani.