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Ormai sempre più case in tutta Italia si possono definire green. Una casa green è un edificio privato che è stato sottoposto a una serie di interventi mirati all’efficientamento energetico, per migliorare le performance sfruttando le fonti di energia rinnovabileLe fonti di energia rinnovabile sono tutti quei tipi di energia che si ricavano da risorse naturali che si rigenerano nel tempo. Ciò significa che queste fonti non inquinano l'ambiente... Leggi in ambito domestico e quotidiano. A monte di questa scelta, per molti c’è stata la necessità di arginare i consumi in bolletta ma anche la volontà di impattare meno sull’ambiente, scegliendo soluzioni più friendly per il nostro prezioso pianeta.
Sono arrivate proprio qualche giorno fa aggiornamenti dal Parlamento Europeo in merito alla normativa che regola e definisce la definizione di “case green”: nuovi obblighi all’orizzonte, anche se ancora da confermare, riguarderanno le ristrutturazione degli edifici già iniziate con il superbonus.
Con quest’ultimo l’efficientamento energeticoPer efficientamento energetico si intende quell'insieme di attività utili a ottimizzare lo sfruttamento delle fonti energetiche. Questi interventi di efficientamento solitamente beneficiano di incentivi fiscali. Leggi è diventato una possibilità alla portata di tutti, e l’occasione di sfruttare gli incentivi statali ha convinto molti italiani a migliorare la propria abitazione sfruttando le fonti di energia rinnovabile, in primis quella dei pannelli solari.
In cosa consiste la normativa europea
La nuova normativa riguarda un pacchetto di regole già redatte dall’Unione Europea, con la finalità di continuare la promozione dell’efficientamento energetico incrementando la ristrutturazione degli edifici già esistenti, e facilitare al contempo la costruzione di nuovi.
Il testo della normativa è stato presentato lo scorso 15 dicembre al Parlamento Europeo, e lo scopo principale rimane la ristrutturazione di edifici sia pubblici che privati in tutta Europa, con l’obiettivo comune di ridurre le emissioni di CO2 in tutti gli stati membri.
Ricordiamo che queste normative sono finalizzate alla neutralità climatica da raggiungere entro il 2050, sulla quale tutti gli stati membri europei stanno lavorando. Un altro passaggio intermedio è quello del 2030, quando si spera di aver ridotto le emissioni nocive del 55% rispetto ai livelli del 1990.
Cosa dice la bozza della normativa europea
La bozza della normativa prevede:
- Il raggiungimento della classe energetica E entro il primo gennaio 2030;
- La classe di prestazione D entro il primo gennaio 2033.
Gli edifici coinvolti in questo rinnovo sono la maggior parte degli edifici esistenti, fatta eccezione per alcuni:
- quelli che risiedono nei centri storici delle città;
- le seconde case;
- i luoghi che potrebbero subire una diminuzione del loro valore architettonico, come le chiese e luoghi di culto;
- abitazioni indipendenti fino a 50 metri quadri.
Ma prima di entrare ancora più nel vivo della normativa cerchiamo di comprendere che cosa rappresenta la classe energetica, una misura necessaria a valutare i consumi energetici delle diverse abitazioni.
Le classi energetiche vanno dalla A4, che è quella più performante, alla G. La classe energetica, poi, si associa a un numero da 1 a 10 dove il 10 corrisponde alla A4 e 1 alla G.
In Italia attualmente la classe energetica E è quella che caratterizza la maggior parte degli immobili, in quanto è quella che possiedono gli edifici costruiti a cavallo tra gli anni Settanta e Novanta.
Gli edifici più recenti invece sono di classe energetica D e dispongono di un migliore isolamento termico, grazie alla presenza di muri più spessi e un sistema di coibentazione dei tetti.
Gli interventi per migliorare la classe energetica di un edificio sono quelli presenti attualmente nel super bonus, che comprendono:
- la coibentazione con il cappotto termico dell’edificio;
- la sostituzione degli infissi;
- l’installazione dei pannelli fotovoltaici e di caldaia a condensazione.
Il Parlamento non ha ancora approvato la Direttiva della Commissione che avverrà in assemblea plenaria a Bruxelles, solo in seguito al via libera della Commissione Energia Itre.
Ci vorrà il mese di marzo per andare al cosiddetto trilogo, cioè il negoziato tra le istituzioni che potrebbe concludersi a giugno.
E l’Italia?
Il nostro Paese ha reagito alle normative europee con qualche remora, riconoscendo in via oggettiva come nel nostro territorio, a fronte di queste normative, sarebbe necessario ristrutturare due immobili su tre entro il 2030. Un obiettivo abbastanza ambizioso, soprattutto senza tenere in conto un sistema ben strutturato di incentivi statali mirati a interventi di efficientamento specifici.
Già il super bonus ha messo in luce alcune situazioni, sia positive che negative, come una crescita nel settore delle costruzioni unita a un efficientamento più accessibile, nonostante alcune difficoltà riscontrate in seguito per la crescita dei prezzi dei materiali e la difficoltà nel reperimento di imprese disposte a operare entro le scadenze.
Stando ai dati Ance (Nazionale Costruttori Edili) sono oltre 9 milioni gli edifici nel nostro Paese a non rispettare le performance energetiche richieste, anche perché gran parte degli immobili presenti sul suolo italiano risale a prima dell’entrata in vigore della normativa completa riguardo il risparmio energeticoIl risparmio energetico è la riduzione dei consumi di energia elettrica o termica attraverso l'utilizzo di tecnologie e di modalità di gestione dell'energia più efficienti. Il risparmio energetico rappresenta una... Leggi. Tra le conseguenze di questa esclusione dalle nuove direttive si è registrata anche una perdita di valore da parte degli immobili già esistenti, che sembrano non poter competere all’interno del mercato immobiliare contro quelli di “nuova generazione”.
La conclusione è che secondo questi dati due case su tre dovrebbero essere rifatte da zero, e quelle che non devono essere rifatte da zero dovrebbero comunque adeguarsi ai nuovi obblighi europei che a breve entreranno in vigore: ce la caveremo?