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È bello immaginare che le nostre case, in un futuro sempre più prossimo, saranno al 100% sostenibili così come altri aspetti della nostra vita quotidiana. Per fortuna stiamo andando nella direzione giusta, dal momento che aziende e startup hanno preso a cuore la questione ambientale, e stanno portando avanti studi e progetti innovativi per sviluppare tecnologie sempre più green.
Tra queste figurano sicuramente i biopannelli realizzati con le alghe messi a punto dalla Greenfluidics, startup messicana che sta lavorando a questo innovativo sistema di riciclo dell’aria e dell’acqua, dove i protagonisti sono pannelli simili a finestre e verdissime microalghe marine. Pensa che 1 kg di alghe è in grado di catturare anidride carbonica fino a un totale di 2 kg, contrastando in questo modo l’inquinamento attraverso quello che poi è il naturale processo della fotosintesi clorofilliana.
Andiamo a vedere nello specifico come funzionano questi pannelli a base di microalghe.
Come funzionano i biopannelli Green Fluidic
I biopannelli a base di alghe si presentano con un colore verde brillante dovuto alle alghe racchiuse al loro interno, e servono a intercettare l’anidride carbonica: quando quest’ultima attraversa la struttura, riempita da alghe e acqua, si attiva la fotosintesi e il rilascio di ossigeno nell’aria.
La presenza di alghe e acqua nello stesso dispositivo è possibile grazie alle nanotecnologie, come spiega il CEO di Greefluidics Miguel Mayorga: le biofinestre vantano infatti un sistema double face, dove l’acqua presente all’interno è mescolata a microparticelle di carbonio. In questo modo è in grado di immagazzinare il calore grazie all’aiuto di un generatore termoelettrico, che trasforma il calore in energia sfruttabile per l’ambiente domestico.
Anche il riciclo è double face: se da una parte si sfrutta al massimo l’acqua, dall’altra si fa lo stesso con le alghe, che possono essere utilizzate come biomassa per fertilizzare il terreno oppure per ricavarne carburante. Si definiscono biofinestre perché la loro destinazione ideale è al posto delle finestre classiche, esposte alla luce del sole per potenziarne l’efficacia. Il sole aiuta le alghe a crescere e ad assorbire sempre più anidride carbonica; al contempo, l’acqua inglobata nella struttura si scalderà più velocemente generando un livello di energia più alto.
Questo tipo di tecnologia brevettata è un sistema multiuso unico al mondo, che coniuga la più avanzata tecnologia a un design all’avanguardia, e permette di sfruttare le biofinestre su gran parte degli edifici, dai palazzi alle abitazioni private, per regolarne la temperatura e al contempo generare aria pulita attraverso il funzionamento che abbiamo appena visto. Ogni biopannello può generare fino a 328 kWhIl kWh è una misura di energia elettrica. Questa unità di misura è utilizzata per quantificare la quantità di energia consumata da un apparecchio elettrico in un determinato periodo di... Leggi/m2 l’anno, e il contributo termico che offre agli edifici permette di risparmiare fino a 90 kWh/m2 all’anno.
In un’ottica futuristica – magari un po’ troppo – quello che si aspettano la startup messicana e coloro che si stanno interessando al progetto è poter utilizzare le microalghe anche in missioni spaziali, per portare energia e ossigeno sulla Luna. Ma prima di puntare alle stelle è meglio restare coi piedi ben saldi a terra, per comprendere a fondo le potenzialità e le criticità di questa tecnologia.
L’applicazione su larga scala dei biopannelli è possibile?
Il progetto è decisamente ambizioso e dall’altissimo potenziale, frutto di perfezionamento e studi su progetti simili già intrapresi da altre startup negli scorsi anni, che avevano già usato le alghe per produrre energia pulita. Ci sono delle criticità evidenti e segnalate, oltre che nodi da sciogliere prima di capire se questa tecnologia è effettivamente pronta per l’immissione a grande scala sul mercato delle rinnovabili.
La prima criticità riguarda la durabilità del sistema nel tempo e la manutenzione, che ancora non è chiaro di quale tipo debba essere, e da quali tempistiche va regolata. La seconda, che è ancora più importante, riguarda invece l’effettiva resaIl Rendimento Energetico (in inglese Energy Efficiency) è la quantità di energia utile che un dispositivo o impianto riesce a convertire in output rispetto alla quantità di energia consumata per... Leggi dei biopannelli a fronte dei pannelli solari tradizionali, che utilizziamo già e sono la fonte di energia pulita più popolare e sfruttata, sia in ambito privato che pubblico, nel corso degli ultimi anni.
Ancora prima di quello della Greenfluidics, c’è stato un altro progetto significativo simile e con lo stesso obiettivo, che è stato abbandonato per via dei costi di ricerca e sviluppo troppo alti: questo ci fa capire quanto ci sia ancora da studiare e perfezionare prima di decidere se effettivamente le biofinestre abbiano senso su larga scala, o si potranno applicare solo in determinati contesti.
Noi comunque speriamo che la ricerca vada avanti fino a bussare alla porta – anzi, alla finestra – delle nostre case 2.0.