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La Cina, paese da anni alle prese con l’inquinamento atmosferico nelle sue metropoli, ha lanciato proprio qualche giorno fa la prima locomotiva a idrogeno pensata per il trasporto urbano, ovvero un tram a impatto zero.
Il tram pulito sta già viaggiando sui binari di una metropoli cinese di nome Tsingtao, nella provincia del Guangdong, che conta 3 milioni di abitanti; l’introduzione di questo tram nella rete di trasporto urbano cittadino servirà a migliorare la mobilità in termini di sostenibilità ambientale, eliminando alla radice il rilascio di polveri sottili nell’atmosfera causato dalle emissioni nocive dei carburanti fossili.
Il tram a idrogeno cinese si presenta con le fattezze simili a quelle di un treno ad alta velocità, dal design che ricorda i nostri modelli più veloci e performanti. La modernità estetica, unita a tecnologia e velocità, lo rendono interessante sotto tutti i punti di vista e lo candidano a modello virtuoso di trasporto cittadino per un futuro comune a tutto il mondo.
Il tram a idrogeno, pulito e veloce
Il tram cinese alimentato a idrogeno viaggia a una velocità di 70 km all’ora riuscendo a mantenere un ritmo sostenuto, soprattutto se consideriamo le caratteristiche dei classici tram destinati ai percorsi urbani. Il tram a idrogeno è pensato per ospitare all’interno un totale di 380 passeggeri, da distribuire in 60 posti a sedere e più di 300 posti in piedi.
La scelta dell’alimentazione a idrogeno è una soluzione amica dell’ambiente ma anche dell’economia: l’idrogeno riduce sia l’inquinamento che il costo del rifornimento con il carburante classico, di gran lunga più dispendioso. Ma andiamo a vedere nel dettaglio come funziona l’idrogeno in veste di carburante, e quali sono le prospettive future del tram a impatto zero.
Come funziona il tram a idrogeno
La tecnologia a idrogeno del tram passa attraverso l’alimentazione delle celle, situate all’interno del veicolo stesso; ogni vagone del tram è dotato di sei serbatoi di gas, ognuno con una capacità di stoccaggio di 20 kilogrammi di idrogeno.
Quando il tram è in funzione avviene l’emissione di solo vapore acqueo e di conseguenza zero emissioni nocive nell’atmosfera; il rispetto per l’ambiente è ai massimi livelli, se consideriamo anche il fattore silenziosità mentre il tram è in movimento.
Con un pieno di idrogeno che avviene in circa 4 minuti, il tram è in grado di coprire circa 100 km che equivalgono in media a tre viaggi di andata e ritorno consecutivi tra capolinea.
È interessante vedere come il governo cinese si sia lanciato nella realizzazione del progetto del tram a idrogeno nonostante la mancanza di binari sul territorio, non predisposto al passaggio di questo tipo di veicoli che, viaggiando sui binari, necessitano di una rete apposita.
Sono stati stanziati quasi trenta milioni di euro per affiancare il progetto alla costruzione di una rete in grado di garantire lo spostamento del tram, e la Cina ha approfittato di questa manovra per potenziare il settore della rete di trasporto pubblico, considerando in un futuro prossimo la creazione di nuove tratte.
Le risposte delle industrie sia cinesi che mondiali per la produzione di questi mezzi di trasporto puliti sono state positive: ciò dimostra che, se anche un paese come la Cina è riuscita ad andare incontro a un miglioramento climatico nonostante il suo alto livello di inquinamento, è possibile parlare di sostenibilità in tutti i paesi del mondo, grazie allo sviluppo di nuovi progetti e buone idee da realizzare attraverso fondi ad essi dedicati.
Il futuro della mobilità green cinese (e nel resto del mondo)
L’ingegnere cinese Liang Jianying è a capo del progetto del tram a idrogeno, e durante due anni di studio e progettazioni ha lavorato con un team di esperti per portare a compimento questo sistema di trasporto pulito, una realtà diventata tale anche grazie al supporto di enti e istituti di ricerca.
Da adesso in poi si è aperta una strada tutta da percorrere, tenendo bene in vista l’obiettivo ovvero la salute del popolo cinese che da anni è afflitto da problematiche collegate all’inquinamento atmosferico, specie nelle grandi città dove il livello di polveri sottili è sempre sopra la media.
Il tram a idrogeno è a tutti gli effetti un modello esportabile in tutto il resto del mondo, avviando la produzione del mezzo e potenziando i collegamenti su binari nelle città che sceglieranno di usarlo. La scarsità di binari in città è fino ad ora l’unico motivo di rallentamento nell’espansione del modello in tutta la Cina, in quanto solo 83 chilometri di binari, dislocati in sette città diverse, permetterebbero al tram di spostarsi.
La Cina vuole scommettere sull’idrogeno, tanto che ha pianificato di spendere cifre intorno ai trenta miliardi di euro per provvedere all’espansione della rete di collegamento su binari, e al contempo agire da incubatrice per la crescita del settore del trasporto urbano sostenibile.
L’obiettivo da raggiungere è portare a 1.200 chilometri totali la lunghezza dei binari speciali su cui si muovono i tram e costruire nuove vetture, tra cui anche autobus che sfruttano la stessa tecnologia e renderebbero gli spostamenti urbani – e non solo – ancora più semplici e capillari.