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Negli ultimi anni siamo solitamente abituati a leggere di acquisizioni di società e aziende italiane più o meno grandi e importanti da parte di multinazionali e colossi stranieri: è accaduto spesso per il settore della moda, dell’alimentazione e delle automotive. La storia di Vitibot invece vede una multinazionale italiana, la SDF, che ha acquisito la startup francese che opera nel settore degli elettro trattori. Questa volta, dunque, è un progetto innovativo e molto interessante che arriva da oltralpe a diventare italiano.
Vitibot, gli elettro trattori per un’agricoltura sostenibile e super tecnologica
VitiBot è un’azienda industriale francese, che propone sul mercato dei robot simili a trattori completamente elettrici, e dunque pienamente sostenibili, da utilizzare per i lavori nei vigneti, utilizzando tecnologie di ultima generazione. In realtà, di base la startup francese è partita da una piattaforma universale denominata Bakus che può essere adattata a un gran numero di strumenti elettrici e intelligenti, e che si sta già sviluppando ed espandendo ad altre applicazioni oltre quella vitivinicola. I vantaggi sono evidenti: oltre all’assenza di un operatore fisico che deve guidarla, che dunque riduce il rischio di incidenti, c’è anche l’aspetto della ottimizzazione dei tempi e della qualità dei lavori eseguiti nel vigneto. La Vitibot nasce nel 2015 con la creazione del progetto Hector ed ha già sviluppato un business molto fiorente, con oltre 50 ingegneri e sviluppatori di software che fanno parte del team di sviluppo e ricerca.
Vitibot e la svolta con l’arrivo di SDF
L’attività e il progetto di Vitibot non è passata inosservata nel mercato vitivinicolo, tanto da conquistare l’interesse e poi la fiducia di SDF, multinazionale italiana che opera nel settore degli champagne tanto da comprendere i principali produttori europei e Maisons Roederer, Martell Mumm Perrier-Jouët, Laurent-Perrier, Piper-Heisieck, Charles Heidsieck.
Come spiega l’amministratore delegato Lodovico Bussolati, da tempo la Sdf puntava la propria scommessa sul passaggio ad un’agricoltura sostenibile e digitale, per anticipare i tempi di una rivoluzione tecnologica e ambientale che necessariamente col tempo interesserà tutti i settori economici e produttivi, compresa l’agricoltura e il vitivinicolo di altissima qualità.
Una volta valutate e approfondite le potenzialità di sviluppo di Vitibot, si è deciso per l’acquisizione come ha spiegato l’amministratore delegato a Il Sole 24 Ore:
“Un atto di fiducia da un lato ma anche un banco di prova eccezionale per testare sul campo e sviluppare il prodotto , che peraltro è già presente anche in Italia e vede solo nel nostro Paese ordini acquisiti per un’altra ventina di unità.
La tecnologia utilizzata è avanzatissima e pensiamo che lo stesso schema possa essere replicato anche per alcune lavorazioni nei frutteti, dove le potenze richieste non sono elevate e la batteria elettrica è una soluzione adeguata. La battaglia ai diserbanti chimici apre inoltre spazi di mercato aggiuntivi: se in passato per eliminare le erbe indesiderate poteva bastare un solo passaggio all’anno oggi ne occorrono molti di più”
Ora dunque la scommessa di Vitibot è quella di allargare il campo d’azione e produrre robot elettrici per altre applicazioni nel settore agricolo.